Con l’annuncio della stagione 2024-2025, il Teatro Biondo di Palermo apre un nuovo capitolo della propria storia, segnando l’esordio della direzione artistica di Valerio Santoro. Storie che si riflettono è il titolo scelto per questa annata teatrale che si annuncia intensa e sfaccettata, un invito a rispecchiarsi nelle emozioni e nei conflitti delle opere portate in scena. È un programma che punta a restituire centralità alla parola scenica e all’attore, in un tempo in cui il teatro torna a essere un’urgenza sociale, culturale, esistenziale.
La nuova stagione prevede 34 spettacoli, distribuiti tra la Sala Grande (19 titoli) e la Sala Strehler (15), con ben 13 produzioni e coproduzioni e 8 prime nazionali. Numeri che testimoniano una progettualità vivace, costruita su una fitta rete di collaborazioni e su una proposta pensata per un pubblico ampio, curioso e trasversale.
Il cartellone sarà ufficialmente illustrato da Valerio Santoro il prossimo 14 maggio, ma è stato già presentato nel corso di una partecipata conferenza stampa alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, del mondo culturale e di numerosi artisti. Una stagione, questa, che segna anche una sinergia significativa con la Fondazione Teatro Massimo, da cui nasce il nuovo abbonamento “Duetto”, pensato per unire prosa e lirica in un’offerta integrata.
«Vogliamo che il Teatro Biondo sia una casa per chi guarda e per chi agisce in scena», ha dichiarato Santoro. «Ogni spettacolo sarà un’occasione per riflettere su noi stessi e sul nostro tempo, recuperando la funzione catartica e comunitaria dell’arte teatrale. Al centro ci sono i testi, le storie, gli attori: tutto ruota intorno alla loro capacità di evocare, emozionare, risvegliare coscienze».
Il presidente dell’Associazione Teatro Biondo, Giovanni Puglisi, ha sottolineato l’importanza del teatro come specchio del mondo, citando la lezione aristotelica: un luogo che lenisce, che consola, che purifica. E in un’epoca segnata da paure e instabilità, il palcoscenico si propone come spazio di rigenerazione, riflessione e condivisione, specchio simbolico e salvifico della società.
Teatro Biondo. Un viaggio tra i classici e la nuova drammaturgia
L’inaugurazione ufficiale è fissata per l’11 ottobre con “La principessa di Lampedusa” di Ruggero Cappuccio, spettacolo diretto e interpretato da Sonia Bergamasco, con musiche originali di Marco Betta e Ivo Parlati. Un omaggio alla figura di Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò, madre di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e primo tassello di un progetto triennale che esplorerà il mondo e l’eredità culturale de Il Gattopardo.
Il programma alterna grandi classici della letteratura teatrale – da “Finale di partita” di Beckett a “Il gabbiano” di Čechov, da “Riccardo III” e “La tempesta” di Shakespeare a “Morte di un commesso viaggiatore” di Miller – a testi di nuova drammaturgia che affrontano tematiche attuali con linguaggi ibridi e innovativi.
Tra le nuove scritture spiccano “Enigma” di Hugh Whitemore, dedicato alla figura di Alan Turing, “Oltre” di Fabiana Iacozzilli sul disastro aereo delle Ande, e “Circo Zarathustra” di Leonardo Petrillo, dove Nietzsche dialoga con clown, acrobati e filosofi. E ancora “Ciarlatani” di Pablo Remón, “Titanic” di Davide Sacco, “Argo” di Letizia Russo, “Poema a fumetti” tratto da Buzzati, e “Lady D”, uno sguardo teatrale sulla figura di Diana Spencer.
Il cartellone annovera un’eccezionale rosa di interpreti, tra cui spiccano Silvio Orlando, Toni Servillo, Giuliana De Sio, Maria Paiato, Teresa Saponangelo, Francesco Montanari, Enrico Ianniello, Gabriele Lavia, Filippo Dini, Peppino Mazzotta, Elisabetta Pozzi e molti altri. Una galleria di nomi capaci di attirare e coinvolgere pubblici differenti, garantendo qualità interpretativa e potenza comunicativa.
Sul versante registico, si segnalano personalità di rilievo nazionale e internazionale: Emma Dante, protagonista anche del primo spettacolo in abbonamento (“Re Chicchinella”), Alfredo Arias, Gabriel Calderón, Ruggero Cappuccio, Luca De Fusco, Davide Livermore, Marcos Morau, Gabriele Russo, Serena Sinigaglia, solo per citarne alcuni.
Tra le produzioni più attese del Biondo spicca “La rigenerazione” di Italo Svevo, per la regia dello stesso Santoro, con Nello Mascia e Roberta Caronia. Un progetto che intende attualizzare l’ironia e la profondità dello scrittore triestino, interrogando il nostro bisogno di trasformazione e crescita.
Novità significativa della stagione è anche l’apertura alla danza contemporanea, grazie all’ospitalità del Centro coreografico Nazionale Aterballetto, che porterà in scena “Notte Morricone” di Marcos Morau. Uno spettacolo visionario che omaggia il genio musicale di Ennio Morricone, in uno spazio onirico e creativo che fonde partitura sonora, immagini e gesti.
Con Storie che si riflettono, il Teatro Biondo si propone non solo come luogo di rappresentazione, ma come vero e proprio crocevia culturale, in cui memoria e futuro si abbracciano. Una stagione che rispecchia le contraddizioni del presente e al tempo stesso offre strumenti di consapevolezza e bellezza, per affrontare insieme la complessità del vivere.