Il mito di Antigone si rinnova in chiave contemporanea al Teatro Al Convento di Palermo, dove mercoledì 18 giugno, alle ore 21, sarà presentato lo spettacolo “Antigone – Il sogno della farfalla”. L’appuntamento è in via Castellana Bandiera 66, in un contesto che si annuncia carico di intensità emotiva e riflessione civile.
L’opera, scritta dalla compianta Donatella Venuti – drammaturga, attrice e regista di origini messinesi, formatasi nella fucina teatrale di Teatès diretta da Michele Perriera – è portata in scena da Maria Milasi e Americo Melchionda, quest’ultimo anche regista dello spettacolo. La produzione è firmata dalla compagnia Officine Jonike Arti.
“Antigone – Il sogno della farfalla” si presenta come una rilettura visionaria e profonda del celebre personaggio tragico di Sofocle, reinterpretato alla luce delle suggestioni tratte dal romanzo filosofico-poetico “La tomba di Antigone” (1967) della pensatrice spagnola Maria Zambrano. In questa nuova versione, Antigone indossa un abito da sposa consunto, segno di un amore non consumato, e cerca di cancellare la memoria ingerendo compulsivamente pillole che inibiscono l’enzima PKMZeta, responsabile del ricordo.
Il luogo della scena è un limbo onirico e metafisico, dove la protagonista affronta visioni allucinatorie: figure del passato si presentano sotto forma di fantasmi della coscienza. In questo viaggio interiore, Antigone si confronta con Ismene, la sorella; con Anna, la nutrice colma di dolcezza; con l’Arpia, figura inquietante e provocatoria; e con i fratelli Eteocle e Polinice, rappresentati come un’entità duale, un corpo solo con due anime in conflitto.
In questa rielaborazione teatrale, Antigone non è solo l’eroina della tragedia greca, ma diventa simbolo della disobbedienza civile, figura archetipica della resistenza contro ogni forma di oppressione e di abuso del potere. La sua voce è quella di tutte le donne che, nella storia e nel presente, si oppongono alle leggi ingiuste imposte dalla violenza, dalla guerra e dall’oblio dell’umanità.
L’assenza del Coro – elemento strutturale delle tragedie classiche – viene qui interpretata come la mancanza di una coscienza collettiva nel nostro tempo, un’epoca dominata da un materialismo che ha smarrito il senso del sacro. Così, il sacrificio di Antigone diventa metafora di purezza e amore fraterno, una testimonianza tragica ma luminosa della possibilità di redenzione attraverso la memoria e il sogno.
Ad arricchire la serata ci sarà, alle ore 20, una conferenza introduttiva intitolata “Il mito di Antigone”, curata da Valentina Scianna. Un’occasione preziosa per contestualizzare e approfondire le radici culturali e filosofiche dell’opera prima dell’inizio della rappresentazione.
L’ingresso allo spettacolo ha un costo di 10 euro. Per ulteriori informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 3889785043. Un evento imperdibile per chi ama il teatro che interroga il presente attraverso i grandi miti del passato.