Nel cuore della cava di tufo incastonata nel giardino botanico di Agrigento, il Teatro dell’Efebo torna a farsi scrigno di mito, musica e parola. Martedì 26 agosto alle 21:00 approda infatti “Amore e Psiche”, una partitura scenica che intreccia narrazione, canto e movimento per restituire, con sensibilità contemporanea, una delle storie più affascinanti tramandate dalle “Metamorfosi” di Apuleio. L’antico racconto diventa teatro vivo: la favola della fanciulla che impara a vedere oltre il velo dell’apparenza si fa metafora limpida dell’eterna dialettica tra desiderio e ragione, istinto e consapevolezza, cuore e intelletto.
La programmazione di questa estate agrigentina non nasce dal caso: al Teatro dell’Efebo si è chiusa il 13 agosto la “Rassegna del teatro classico”, inaugurata il 5 luglio, che ha offerto sei appuntamenti capaci di coniugare rigore e partecipazione. Appena tre giorni dopo, il 16 agosto, ha preso il via la 36ª Settimana Pirandelliana, dedicata alle molte voci del teatro di Luigi Pirandello. In apertura “Notturno pirandelliano”, dittico composto da “L’uomo dal fiore in bocca” e “All’uscita”, interpretato da Corrado Tedeschi e Debora Caprioglio; oggi, sabato 23 agosto, è la volta di “All’ombra del Caos”, creazione di teatro/danza ispirata alla novella “L’altro figlio”; infine, venerdì 30 agosto, il Gran Galà Pirandelliano presenterà “Quadri di Liolà”, adattamento e regia di Mario Incudine, con lo stesso Incudine accanto a Moni Ovadia, Paride Benassai e Stefania Blandeburgo, e con la sedicesima edizione del Premio Kaos Pippo Montalbano a impreziosire la serata.
Dentro questo ordito culturale si colloca la “Rassegna del teatro d’autore e musica”, partita il 5 agosto e in corso fino al 20 settembre, cornice in cui si inserisce “Amore e Psiche”. Il progetto nasce da un’idea di Claudia Rizzo, anche protagonista e cantautrice, con la regia e la drammaturgia di Ilenia Costanza: un’alleanza tra saperi e sensibilità che pensa il mito non come reliquia, ma come lingua vivente capace di risuonare nel presente. “Un racconto intramontabile”, afferma Rizzo, nel quale passione, bellezza e coraggio si misurano con prove ardue, fino a far affiorare la forma più pura dell’amore: non infatuazione cieca, ma scelta consapevole, visione dopo l’oscurità.
Accanto alla protagonista, un cast affiatato darà corpo e respiro alla vicenda: Enzo Piscopo, Ilaria Bordenca, Emanuele Zappariello e Marta Iacopini. Alla drammaturgia del movimento provvede Valeria Costanza con coreografie originali, assistita da Roberto Sorrentino; a loro si unisce il corpo di ballo The A S-Kool, un gruppo di giovani interpreti – Darlyn Biffetto, Giada Castronovo, Roberta Crapanzano, Giorgia Attardo, Miriam Ruggeri, Carola Sciacca, Noemi Sciacca e Cecilia Balistreri – chiamati a tessere con i loro gesti la trama invisibile che collega il mito alle nostre emozioni quotidiane. È nella danza, infatti, che il tema centrale del racconto — l’attrito tra impulso e misura, tra prova e rivelazione — trova una traduzione immediata e universale.
La dimensione musicale, nucleo pulsante dello spettacolo, vede le canzoni di Claudia Rizzo eseguite dal vivo e l’innesto delle musiche originali di Lele Gambera: parole e suoni si rispondono come eco e controcanto, costruendo un paesaggio sonoro capace di sospendere il tempo. La scena, firmata da Valerio Vella con Paolo Tuzzè assistente, disegna un ambiente essenziale e simbolico, pronto a mutare come un sogno che si apre e si richiude; l’allestimento è curato da Mariaelena Alcoraci, mentre i costumi di Clara Fiorentino, tra echi classici e accenti onirici, accompagnano il passaggio dei personaggi dall’ombra alla luce, dall’ignoto alla conoscenza.
La produzione è firmata da LE MUSE, con esecuzione a cura di I VETRI BLU. Una rete di collaborazioni sostiene il progetto: un ringraziamento speciale va a Sandra Fanara e Giada Milia; prezioso anche il contributo di Lorena Vetro, aiuto regia e responsabile della selezione musicale. È un lavoro di squadra, dove ogni ruolo — dalla voce al gesto, dalla luce al costume — concorre a creare un’unica tessitura poetica.
“Amore e Psiche” non si limita a raccontare una storia nota: invita lo spettatore a riflettere sul valore del vedere e del fidarsi, sul rischio della conoscenza e sulla necessità della prova. In un’epoca che spesso confonde il bagliore con la chiarezza, il mito suggerisce di sostare, ascoltare, distinguere. E il teatro, con la sua presenza irripetibile, diventa il luogo in cui questo esercizio dell’attenzione si fa comunità.
I biglietti sono disponibili sulla piattaforma ufficiale della rassegna; per informazioni e prenotazioni è attivo anche il box office al numero 092220500. Appuntamento dunque martedì 26 agosto, alle 21:00, al Teatro dell’Efebo: per lasciarsi guidare da una favola antica che parla al presente, tra le vibrazioni della musica, il respiro della danza e la forza senza tempo della parola. Un’occasione d’arte che promette emozione e pensiero, nella cornice unica della cava di tufo di Agrigento.